Stefania Hepeisen nasce a Milano dove inizia i suoi studi conseguendo la laurea in Medicina e Chirurgia. A Milano svolge la professione di medico chirurgo per venti anni.Dal 1990 si dedica allo studio della pittura, dapprima dedicandosi all’acquarello, successivamente all’acrilico e al “trompe l’oeil”, successivamente si appassiona alla pittura ad olio che diventa la prediletta nella tecnica iperrealistica e quadricromatica. Attualmente lavora tra Milano e Forte dei marmi. Ha partecipato a diversi eventi tra cui
Luglio 2004 Collettiva “La Marguttiana”. Forte dei Marmi
Luglio 2005 Collettiva “La Marguttiana” . Forte dei Marmi
Marzo 2006 Personale presso A.D.E.I. Milano
Aprile 2007 Personale presso Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù. Cantù
Luglio 2009 Collettiva presso Spazio Antelli. San Benedetto del Tronto
Maggio 2010 Collettiva presso Castello dei Vicari, “La ciliegia frutto d’arte”. Lari.
Settembre 2011 Collettiva Concorso presso SaturArte, Genova. II premio pittura
Ottobre 2012 Minipersonale presso SaturArte Palazzo Stella.Genova
Maggio 2013 Personale presso Museo Wilde Tallin. Estonia
Giugno 2013 Collettiva presso Galleria “Collezione Saman”. Roma
Giugno 2013 SaturArte. Biennale Arte Genova. I premio pittura.
Settembre 2013 SaturArte. “Contemporaneamente”. Genova
Ottobre 2013 “ Art from Europe”. Los Angeles
Dicembre 2013 “SPQR” Galleria Saman. Roma
Marzo 2013 Collettiva presso “La Spadarina”. Piacenza
Maggio 2013 Personale presso Galleria Collezione Saman. Roma
Aprile 2016 Concorso Internazionale “ I Dauni” Castello Svevo di Vieste (3° premio pittura).
Maggio 2016 Collettiva Galleria Farini Bologna
Luglio 2016 Arte Eccellenze in mostra – Vieste.
Novembre 2016 Collettiva Palazzo Orsini Bomarzo. “Le donne, i cavalier, l’arte e l’amore” Omaggio a Ludovico Ariosto.
Da diversi anni Stefania Hepeisen si dedica alla pittura di ciò che, impropriamente, viene definito “natura morta”: impropriamente perché i suoi soggetti sono, in realtà, potentemente vivi e parlanti. Raccontano la delicatezza, tutta femminile, delle sete che avvolgono i frutti della natura, la fantastica rappresentazione di oggetti terreni che sfuggono alla materialità divenendone preziosa rappresentazione. La mano, controllata, esprime una tecnica di precisione fredda, con una esasperata ricerca del particolare, sia nelle cromie che nelle luci, ma la pittura, in sé, non ha nulla di freddo: traspare, anzi, un amore profondo per una natura consolatrice e amatissima, stupefacente nella sua bellezza. Nascono così, da quell’amore, una morbidezza quasi sensuale nei petali, nelle stoffe, nelle sfumature ricche, una gioiosa vivacità nei colori che appare semplice, quasi di bimba di fronte a un dono atteso, ma cela in realtà una conoscenza artistica che a non tutti è data. La scelta della natura morta può apparire inattuale, nostalgica, ma ,rimaneggiata in chiave moderna , si motiva come unico tramite per esprimere la sensibilità acutissima, permettendole di raccontare la propria storia, svelandola in parte.