Le sculture di Franco Paletta

Le sculture di Franco Paletta

Corpi che sono luoghi di Andrea La Porta

 Non è sempre necessario che il vero prenda corpo; è già sufficiente che aleggi nei dintorni come spirito e provochi una sorta di accordo come quando il suono delle campane si distende amico nell’atmosfera apportatore di pace.        [J.W.GOETHE]

Mi pare ci sia, in tanta arte di oggi, qualcosa di simile al mosaico: il tentativo di estrarre da tanti frammenti, poco a poco, una figura, o meglio: la composizione che rende il tutto “intelligibile”; il tentativo di fare uscire, da ciò che in maniera casuale o povera si è assestato nell’ambiente, attraverso oculati spostamenti o accostamenti o sovrapposizioni, un senso totale o totalizzante. Mi pare questo il segreto di tanta scultura, oggi; dell’essere l’arte così spesso, oggi, scultura, sia pure secondo procedure e modalità costruttive o formative affatto differenti. E l’intuizione unificante che guida la restituzione necessaria è di continuo stimolata o contrastata dalla “pregnanza” o dall’incoerenza” del risultato. Questo “disegno” globale può valere per l’intelligenza non meno che per la volontà.

D’altra parte, uno strisciante principio di indeterminazione, di cui è conseguenza Io sconfinamento territoriale e l’ambiguità semantica del produrre, credo domini lo scenario dell’arte contemporanea, cui fa da pendant una tenace volontà astrattiva. Trascorsa, infatti, l’euforia pittoricistica della fine degli anni 70 e dei primi anni 80, che a sua volta recuperava ed enfatizzava un vigoroso “bisogno di pittura” dopo il minimalismo e le esperienze povere degli anni 60, sembra che oggi l’attenzione torni a volgersi alla concettualità dell’arte e del fare arte.

I corpi vuoti di Franco Paletta sono materiali astrazioni. Valorizzano la processualità linguistica del fare in quanto dare-forma; privilegiano il momento della progettazione, fino a farne l’unico contenuto espresso, fenomenologia di se stessi.

Queste sculture, queste lamine sottili e sinuose, inseguite dall’artista nelle loro capricciose volute, nei loro subitanei ripiegamenti, nel loro apparire e scomparire allo sguardo, invano si cercherà di collocarle nello spazio, di ancorarle a una datità corporale, di trovarvi un limite: giacché esse, pur immerse nello spazio vi si sottraggono, lo evocano e insieme lo feriscono, lo attraversano e insieme lo disegnano: sono luoghi, libera donazione di luoghi, il farsi-corpo di luoghi. Ma come si può ammettere ciò dal momento che i prodotti della scultura sono corpi, corpi disposti in luoghi? Ebbene, sorge allora il problema: i luoghi sono innanzitutto e unicamente il risultato e la conseguenza del disporre? “Dovremmo imparare a riconoscere che le cose stesse sono i luoghi e non solo appartengono a un luogo” (Heidegger). Ecco, le impalpabili, diamantine figure di Paletta sono proprio corpi di luoghi, i cui caratteri che consistono nel cercar luoghi e formare luoghi sono destinati a restare senza nome.

Non è azzardato richiamare l’oggetto minimal, suprema metafora della vuotezza pesante, dell’ambiguità propria della scultura: arte dello spazio creatrice di spazi. Le sculture di Paletta sono disegni aerei, progetti mascherati di contrade in quanto abitazioni senza confini. 

[ANDREA LA PORTA, docente di “Semiologia delle arti contemporanee” , presso Accademia di Belle Arti di Catanzaro, “Corpi che sono luoghi” in  Catalogo Paletta,  Mostra Galleria ″Idra″ , Ed. Mit,  Cosenza, 1990]

Breve Biografia di Franco Paletta a cura di Enzo Le Pera

Scultore dell’Astrazione Immateriale Corpi vuoti) e pittore ( Corpi sottovuoto), ha studiato al Liceo Artistico “ Mattia Preti”  di Reggio Calabria e ha conseguito la  laurea in Arte al DAMS, Università della Calabria, a Cosenza. Si è poi dedicato all’insegnamento negli istituti d’arte e nelle Accademie di Belle Arti di Catania e Roma. Ha tenuto mostre personali in Italia ( Roma, Galleria “Le opere”; Messina, “Orientalesicula 7”, “Museo del Presente”, Rende, e negli Stati Uniti; ha partecipato a varie rassegne e fiere d’arte internazionali:  “Gent”, Bruxel; “Baden Baden”, Germania; “Miami Bic”, Stati Uniti d’America. Le sue opere sono in alcune raccolte pubbliche ( Cosenza, “Parrocchia dei Frati Minimi” e “Parrocchia di Santa Maria Madre della Chiesa”, Cosenza; Rende, “Università della Calabria”, Rende; Azienda Sanitaria  Provinciale di Cosenza). Nel 2009 è stato invitato al “Premio Limen Arte”  e nel 2011 alla “Rassegna Internazionale d’Arte  G. B. Salvi”, Ancona. Testi di P. Restany, , G. Simoncini,A. La Porta, G. Selvaggi,, L. M. Ragghianti, E. Le Pera,, G. Labrosciano, F. Londino, M. Riposati, P. Levi ecc. Lo storico e critico Giorgio Di Genova, curatore della Storia dell’Arte dell’900 per generazioni, lo ha inserito nel volume n. 6 Generazione anni Quaranta, Editore Bora Bologna 2005 e nel volume  n. 7 del Catalogo  delle collezioni permanenti, con tre opere  esposte nel Museo G. Bargellini , a Pieve di Cento (BO). Bibliografia: G. Di Genova, Franco Paletta, edizioni Mit, Cosenza. Le sue opere sono visitabili sul sitto www.francopaletta.com ; Facebook; Instagram : franco, paletta. 359 e  video su You Tube.

( Enzo Le Pera, ARS SINE TEMPORE, Viaggio nell’Arte di Calabria dal XIX ad oggi, Ferrari Editore, aprile 2021,  pp. 250,251) 

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