Descrizione
La tua arte indaga in profondità il mondo dell’illustrazione, dei media, del fumetto, della comunicazione, del cinema e della tv. A rimanerne fuori, paradossalmente, sembra proprio la pittura. Perché? E’ solo un’impressione?
Si è vero, il mio lavoro rispecchia l’amore per il mondo dell’illustrazione -soprattutto americana- e dei fumetti. Iniziai a interessarmene negli anni ’60 con le collezioni Spada, Flash Gordon, Mandrake, l’Uomo mascherato, poi il Principe Valiant, le avventure del quasi omonimo Michel Vaillant asso del volante… Ma divoravo di tutto: il nostro Nembo Kid alias Superman, Topolino.
La pittura ne rimane fuori, in parte, nel senso che ho sempre affermato che molti della mia età si sono formati soprattutto sul mondo dell’illustrazione, dalle fantastiche copertine dei dischi “di importazione” dove primeggiavano grandi illustratori, primo tra tutti Roger Dean che disegnò quasi tutti gli album degli Yes.
Molti generi musicali erano ben definiti, oltre che dai canoni sonori, anche dalle immagini, disegni o fotografie. I colori accesi e le figure indefinite caratterizzano i tratti della psichedelia (penso a 13th Floor Elevators, Iron Butterfly, Cream), la fantasia dei disegni e gli scenari immaginari quelli del genere progressive (Genesis, King Crimson), lo studio grafico Hipgnosis per i dischi dei Pink Floyd, lo studio Neon Park per la discografia dei Little Feat.
stralcio da un’intervista di Luca Beatrice