BIG 8 MOTEL

BIG 8 MOTEL

artista: 

anno
tecnica: Acrilico su tela

dimensioni: 

200 × 130 cm

Giancarlo Montuschi è un artista di Faenza (1952) trapiantato nella bassa Toscana, è l’antipersonaggio per eccellenza. Pittore, ceramista-scultore, si esprime con un linguaggio ingenuo, fiabesco, e sostanzialmente fantastico, con venature alchemico-esoteriche. La nascita a Faenza, terra d’eccellenza per la ceramica, e l’aver respirato negli anni di formazione i fermenti rivitalizzanti della Pop Art, sviluppano nell’artista due linee espressive complementari e formalmente diverse.

Partecipa a numerose mostre nell’arco degli anni Ottanta e nel decennio successivo inizia la collaborazione con la Kens’Art di Firenze. Seguono poi le rassegne The Art of living a New York, Scarperentola itinerante a Milano, Londra e New York e la personale al Museo della ceramica di Saint Emillion (Bordeaux).

È presente anche a diverse edizioni dell’Expo arte di Bari, Montichiari e Padova, all’ArteFiera di Bologna, all’EuropArt di Ginevra e al festival di Spoleto. Numerose le personali a Roma nei primianni del 2000 e si ricorda la presenza su invito alla 51° Biennale di Venezia, padiglione Istituto Latino Americano.

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Descrizione

La tua arte indaga in profondità il mondo dell’illustrazione, dei media, del fumetto, della comunicazione, del cinema e della tv. A rimanerne fuori, paradossalmente, sembra proprio la pittura. Perché? E’ solo un’impressione?

Si è vero, il mio lavoro rispecchia l’amore per il mondo dell’illustrazione -soprattutto americana- e dei fumetti. Iniziai a interessarmene negli anni ’60 con le collezioni Spada, Flash Gordon, Mandrake, l’Uomo mascherato, poi il Principe Valiant, le avventure del quasi omonimo Michel Vaillant asso del volante… Ma divoravo di tutto: il nostro Nembo Kid alias Superman, Topolino. E nel frattempo ho indagato il mondo della comunicazione fin dai tempi di Carosello e il grande cinema americano a partire dai classici degli anni ‘30.

La pittura ne rimane fuori, in parte, nel senso che ho sempre affermato che molti della mia età si sono formati soprattutto sul mondo dell’illustrazione, dalle fantastiche copertine dei dischi “di importazione” dove primeggiavano grandi illustratori, primo tra tutti Roger Dean che disegnò quasi tutti gli album degli Yes. La copertina è stata una forma di espressione di artisti e quindi essa stessa è una espressione dell’arte.

Molti generi musicali erano ben definiti, oltre che dai canoni sonori, anche dalle immagini, disegni o fotografie. I colori accesi e le figure indefinite caratterizzano i tratti della psichedelia (penso a 13th Floor Elevators, Iron Butterfly, Cream), la fantasia dei disegni e gli scenari immaginari quelli del genere progressive (Genesis, King Crimson), lo studio grafico Hipgnosis per i dischi dei Pink Floyd, lo studio Neon Park per la discografia dei Little Feat. Gli album, in quegli anni, erano un capolavoro della musica custodito a sua volta in un capolavoro visivo

stralcio da un’intervista di Luca Beatrice

Informazioni aggiuntive

Dimensioni200 × 130 cm
Anno

2022

Corrente

Pop Art

Reputazione

Contemporanei

Tecnica

Tecnica mista

Tecnica estesa

acrilico su tela

Tiratura

Opera Unica

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